Infreddoliti e bagnati come pulcini – avevamo fatto a palle di neve nel cortile fino ad allora – ci guardiamo con l’aria complice:
– andiamo? dico agli altri due,
– ma è già ora?
Dario vorrebbe fermarsi ancora, è troppo divertente tirar palle di neve a me e a sua sorella che gridiamo come oche starnazzanti.
– Sì Dario è ora, sono già le quattro, senti il campanile che le suona, è ora di merenda!
Claudia era più grande, faceva la seconda elementare e sapeva già leggere le ore, invece Dario ed io eravamo ancora all’asilo, quello dell’Angelo Custode.
La parola “merenda” fa drizzar le orecchie a tutti e due, per la merenda si può rinunciare agli scherzi con la neve. Ci avviamo verso le scale, ci fermiamo nell’androne e, con le teste vicine come carbonari, sussurriamo:
– Andiamo prima dalla nonna Pina, suoniamo il campanello e ci nascondiamo e… poi… ghhhgggg….. poi andiamo di sopra dall’Ava… e ghhhg ghhgghhggh… poi scendiamo dai nonni Buzzetti e… gghhghghg…
Il piano di battaglia è steso, obbiettivo: la nonna Pina al primo piano.
Ridacchiando, spintonandoci e trattenendoci sulle due rampe di scale, facciamo a chi arriva primo a suonare il campanello.
DRIIINNNNN… Via di corsa risaliamo sull’altra rampa e ci nascondiamo dietro ad una colonna trattenendo a stento le risate, è troppo divertente ‘sta cosa.
Acquattati ci raccomandiamo a vicenda il silenzio con il dito sulla bocca.
La nonna Pina apre la porta cigolante e, non vedendo nessuno, sta per rientrare quando un terremoto per le scale la ferma, ci viene incontro:
– GABINAT!! grida anticipandoci e ridendo come una matta.
Ma accidenti!!! Avevamo preparato così bene la strategia, e adesso cosa regaliamo alla nonna Pina, non abbiamo preparato niente!
Vedendo la cocente delusione stampata sui nostri volti la nonna ci fa entrare in casa
– Scià, vegnìi fiö che fèmm merenda con la torta de pomm che v’ho preparàa (Qua, venite bambini che facciamo merenda con la torta di mele che vi ho preparato)
Ed allungandoci una manciata di caramelle per il Gabinat ci fa sedere al tavolo della sua calda cucina.
Il Gabinat è una tradizione antica diffusa da Sondrio fin su in Alta Valtellina e probabilmente importata dalla Baviera. L’usanza è quella di salutarsi, dai vespri del 5 gennaio fino al tardo pomeriggio del 6 gennaio, con l’espressione “Gabinat”, il primo che la pronuncia ha il diritto di ricevere un dono dall’altro. La parola deriva dal tedesco gabe-nacht (notte dei doni) e indica il giorno dell’Epifania.
Chissà com’è che proprio per questa sera ho deciso di cucinare, senza ricordarmi dell’evento, un piatto della Baviera, tedesco altoatesino insomma.
Sarò Befana o strega?!
Stinco affumicato alla birra con crauti
Ingredienti per due persone:
per lo stinco:
1 stinco di maiale affumicato
2 cucchiai di olio extravergine
250 cc di birra
Portare lo stinco ad ebollizione in una pentola con abbondante acqua e far bollire per 20/30 minuti.
Buttare l’acqua e con acqua nuova riportarlo all’ebollizione sempre per 20/30 minuti.
In questo modo lo stinco perde parte del sale usato per la conservazione.
Toglierlo dall’acqua, farlo rosolare in una teglia con l’olio, versare la birra e mettere in forno a 180° per due ore, girandolo e bagnandolo spesso con il fondo di cottura. Servirlo con dei crauti o delle patate.
Per i crauti:
500 gr di crauti fermentati
30 gr di burro
Un pezzetto di cipolla tritata
30 gr di pancetta a dadini
Una foglia secca di alloro
Mezza mela grattugiata
3 bacche di ginepro schiacciate
Vino bianco
250 cc di brodo
Sale pepe
Sciacquare sotto l’acqua corrente i crauti e farli sgocciolare.
Stufare la cipolla tritata con il burro e qualche cucchiaio d’acqua per circa 15 minuti su fiamma bassa e coperto. Quando l’acqua si è ritirata aggiungere la pancetta, appena il grasso diventa trasparente sfumare con il vino bianco, versare nel tegame i crauti, l’alloro, le bacche di ginepro, il brodo, la mela grattugiata, regolare di sale e pepe e portare a cottura coperto e a fuoco basso per un’ora circa.