di Rossanina

Barbieri, Squisitamente senza glutine, Bibliotheca culinaria

Un bel libro.

Comprato prima che Barbieri diventasse famoso con Masterchef. Credo che dopo quella trasmissione non l’avrei preso.

Barbieri per me aveva sempre rappresentato il volto sorridente del cuoco bolognese, che come tutti gli emiliani è simpatia allo stato puro. Poi la padellata in faccia di Masterchef dove fa il cattivo. E secondo me non gli riesce neppure bene. Perché io sono convinta che dentro sia un buono. Uno che scrive un libro di cucina senza glutine come questo secondo me non può essere uno sgarbato come quello che appare in tv.

Perché questo è un libro bello, un libro buono. Bello di fuori, con la sua copertina rigida. Bello di dentro, con foto che catturano l’anima dei piatti, e forse anche di chi li ha cucinati. Buono per l’iniziativa che sta alla base: far mangiare bene chi spesso è costretto a ripiegare sul solito risotto, sempre che vada bene.

Un libro che presenta un’introduzione breve ma accurata realizzata in collaborazione con l’AIC, per mettere meglio a fuoco ciò di cui stiamo parlando. Per capire bene, senza terrore, come dobbiamo comportarci in cucina se cuciniamo per un celiaco.

Consigli pratici sugli ingredienti da usare, sulle diverse farine naturalmente prive di glutine. e poi, dopo una breve introduzione al perché del libro, all’idea che c’è alla base, ecco aprirsi il mondo delle preparazioni.

Da grande chef, come si deve ad una persona del calibro di Barbieri.

Ricette di grande eleganza ma al tempo stesso non eccessivamente complesse, oserei dire alla portata di quasi tutti grazie alle spiegazioni dettagliate: cartoccio croccante di pasta con ragout di pollo, gamberoni in tempura saracena con minestra fredda di pomodori, porri e anguria. torta soffiata di nocciole e cioccolato con ciliegie sciroppate….

Le foto sono di una bellezza incredibile, la voglia di mettersi ai fornelli è alle stelle. Come la cucina di Barbieri, d’altronde.

E allora … si parte!

Dal libro

“Trovandomi di fronte ad un numero sempre crescente di ospiti celiaci nell’Arquade, ho deciso che fosse il momento di affrontare la possibilità di fare delle aggiunte speciali al menù. In un primo momento mi sono spaventato: sulla celiachia sapevo solo che obbliga chi ne soffre a escludere il glutine dalla dieta e poco più. Il passo successivo, però, è stato quello di mettere la mia professionalità al servizio di queste persone che hanno avuto un sorriso in meno dalla vita, e contribuire così a fare in modo che anche loro possano vivere la vita al meglio, incluso il piacere del cibo e per il cibo.”