Il mio nipotino Marco, 10 anni agli inizi degli anni ’80, l’aveva, ma non poteva soddisfare a pieno questo desiderio, un po’ perché nel paese le figurine non si vendevano e per comprarle bisognava andare nel paese vicino e un po’ perché non era facile convincere mamma e papà.
Per fortuna un bel giorno una certa ditta lanciò sul mercato, ad un prezzo bassissimo, delle confezioni di brioches con dentro le figurine dei calciatori. Evviva! Acquistare le brioches, da quel momento in poi, equivaleva ad avere di che mangiare e di che divertirsi! E così il sogno proibito poteva forse diventare realtà .
Marco comprò un pacchetto di brioches, le scartò , controllò le figurine: questa ce l’ho, questa no, ma la posso cambiare. Il cambio lo farà col mio amico Antonio che ne ha tante…, pensò Marco. Poi scartò il cellophane della brioche e, tutto contento, si accinse all’assaggio. Delusione! La brioche era dolcissima come la melassa, con all’interno una cosa rossa appiccicosa spacciata per marmellata di ciliegie, immangiabile per il retrogusto di chimico che lasciava in bocca .
Non fa niente, tanto ne ho comprato una sola…, pensò sempre Marco, vorrà dire che rinuncerà alle figurine!…. E così desistette anche dal chiedere alla mamma i soldi per le brioches.
Qualche giorno dopo, camminando per strada, scorse per terra una delle famigerate brioche. Dopo 10 metri ne scorse un’altra e poi un’altra ancora e un’altra ancora, e questo per un lunghissimo tratto di strada. Incuriosito, seguì la pista, ma già un sospetto si faceva strada nella sua mente: Antonio!
E aveva ragione! Arrivato a scuola scoprì che il suo amico Antonio aveva un mazzo enorme di figurine. Ehi, quante ne hai! Fammi vedere! E si misero a consultarle. Ma chi te le ha date?… e Antonio, vantandosene, gli confessò di aver rubato 10.000 lire dal borsellino della mamma, di aver comprato un’intera confezione di brioches (10.000 : 100 = 100) e poichè l’oggetto del desiderio erano le figurine e non i dolci, non aveva esitato a tenere le figurine e a buttare via le brioches.
Marco non comprò più le brioches, mentre il novello Pollicino sì, con buona pace dei negozi locali che videro esaurirsi in breve tempo le scorte. Anche la ditta produttrice, visto il successo delle vendite, pensò di aver lanciato sul mercato un prodotto eccezionale. Peccato che di Antonio ce n’è uno solo e che dopo poco nel paese arrivarono le tanto desinate figurine.