LA POLENTA DI CASTAGNE
Io l’ho mangiata solo a Cetica. Fatta da Ottavio e da altri suoi compaesani.
La documentazione risale a quando a farla fu proprio Ottavio. Che, non me ne vogliano gli altri che sono stati svantaggiati da una farina meno dolce, è imbattibile!
In Casentino era pratica comune mangiare la polenta di castagne (polenta dolce) anche perchè patate e castagne dominavano l’alimentazione.
Chi la condiva con il baccalà* al sugo (a Faltona) e chi con ricotta o sanbudello come a Cetica.
La tecnica era più o meno sempre la stessa e i tempi di cottura, grazie alla lunga essiccazione delle castagne (che pelatissime davano un farina pregiata e bianchissima) erano molto ridotti rispetto a quelli della polenta di mais. Ma ridottissimi, si parla di una decina di minuti dalla ripresa del bollore, non di più.
Infine le fette sono servite con ricotta ovina freschissima e fredda (in modo da fare contrasto di temperatura) o con il sanbudello (un salume ottenuto con le parti meno nobili del maiale e aromatizzato con finocchio) cotto con il pomodoro.