Chiamato Amanita Cesarea, questo prezioso e raro fungo che si dice sia stato preferito dagli imperatori romani, mantiene l’origine antica del suo nome anche in altri stati: infatti si chiama Caesar’s mushroom (fungo di Cesare) in inglese, Imperiale in francese, Kaiserling in tedesco. Da noi invece si chiama semplicemente ovolo, poiché la sua forma quando è giovane richiama alla mente l’uovo sia nei colori che nella forma.
Crescendo, il fungo lacera la volva che lo racchiude e si mostra di un deciso color arancio, visibile anche da lontano.
Data la sua rarità, il prezzo dell’ovolo può raggiungere cifre molto elevate e se capitasse di trovarlo si ha la sicurezza di non cogliere un fungo velenoso.
DOVE SI TROVA E COME RICONOSCERLO
Questo fungo preferisce i terreni ben esposti di clima temperato, i boschi di latifoglie, i castagni e le querce, talvolta anche i pini nel periodo che va dagli inizi dell’estate ai primi giorni d’ottobre.
Capita anche di trovare più esemplari in una stessa zona, di varie grandezze, con qualche fungo ancora racchiuso nella membrana bianca che lo fa assomigliare ad un uovo sodo sgusciato.
Il fungo ancora chiuso si può far crescere a casa, mantenendo l’umidità alla base, facendo attenzione a non bagnarlo perché marcirebbe.
Crescendo, il fungo mostrerà ancora di più le sue caratteristiche uniche che lo rendono inconfondibile: le lamelle fitte e fragili di colore giallo, il gambo giallo ed il brillante arancio del cappello.
IN CUCINA
L’ovolo è un fungo che per la sua delicatezza si presta ad essere gustato anche crudo in insalata, se giovane e sano.
Nel caso degli esemplari più vecchi, può accadere che le larve infestino la base che va ovviamente eliminata.
Il fungo va pulito delicatamente, ancora di più nella zona delle lamelle (se serve) che si presentano molto fragili.
L’ovolo può essere usato come condimento della pasta fresca, non si usa come ripieno, né secco; si conserva in frigorifero anche per una settimana se fresco ed integro e può essere anche surgelato dopo una cottura parziale, per diventare condimento o componente di zuppe in un momento successivo.