PASTA E FAGIOLI di Lauretta



Spero tanto che il primo piatto sia la pasta e fagioli di mia suocera. La fa così bene. Coi fagioli freschi, che raccoglie lei stessa nel campo. Ma non disperiamo: a casa possiamo anche sognarci borlotti così belli e fieri, e quindi vada per quelli già belli inscatolati e lessati del supermercato.
Lei mi ha spesso mostrato come la prepara. Si mette al lavoro di buon' ora al mattino, alle otto è già ai fornelli. Così si farà domani. Io la osservo con attenzione mentre mi sorseggio il caffè, ed intirizzisco un poco, la stufa a legna già accesa da un mese, lassù. Prepara un soffritto con l'aglio odoroso del suo orto e le cipolle che ho piantato io stessa in aprile. Ci rosola anche poco lardo, quando fa davvero freddo anche le cotiche, che nella sua dispensa da massaia d'altri tempi non mancano mai. (Noi facciamo finta di averli trovati sul bancone del supermercato, vicino al cosciotto di maiale che cucineremo come secondo...).
Ecco allora, dicevo, che unisce i fagioli, e con una mossa furtiva bagna con un bicchiere di vino bianco... di nascosto da mio suocero: lui non sopporta che il vino venga usato in cucina. Un po' gli dà fastidio l'odore nei cibi, un po' da vero intenditore considera il vino come un bene prezioso, ed è per lui un'eresia sprecarlo sul fuoco.
A volte la Bruna ci mette un cucchiaio di concentrato di pomodoro (sua madre ne era una fanatica...), ma a me piace di più senza. Sala, corregge di pepe, e profuma con il lauro che fa da siepe occidentale al campo. Porta a cottura senza fretta, i fagioli freschi richiedono almeno un'ora di tempo per disfarsi bene, ed acquistare il sapore pieno e dolce delle cotiche. Il brodo che usa, in abbondanza perché in famiglia la pasta e fagioli piace acquosa, è sempre di carne "vera". Qui non potrà non approfittare del brodo di cottura dello stufato di maiale, che sta preparando contemporaneamente ai fagioli.