Il gattò altro non sarebbe che la trasposizione involgarita del francese “gateau” che si legge appunto gatò, sapete noi napoletani ci siamo sorbiti nel corso della nostra storia oltre che gli spagnoli pure i francesi, sicché molte parole hanno quell’origine, ebbene gateau de pommes de terre questa sarebbe la definizione giusta perché altro non è che un dolce di patate. Alla ricetta di Stef (un chilo di patate lessate e schiacciate, mescolate con quattro rossi d’uovo e tre cucchiai di parmigiano, noce di burro e spezie varie) aggiungerei un buon bicchiere di latte prima di mettere le chiare a neve, ecco perché ti è venuto abbastanza corposo, non dimenticare il sale e oltre al salame, piccante o non, mettici molto prosciutto cotto tagliato a dadini e se fosse possibile la provola affumicata piuttosto che la mozzarella che nelle imbottiture è un po’ “scema”, mentre la provola è più saporita! Nel mio gattò assolutamente non ci vogliono le uova sode, bensì tutto ciò che vuoi metterci amalgamando senza fare strati, perché ogni cosa deve capitare a caso, dal formaggio alla provola, al prosciutto ecc. ecc. Inoltre non usare prosciutto crudo, dà un pessimo sapore cotto nel gattò. Resta inteso che cotto dorato al forno con molti fiocchetti di burro e pangrattato su è buonissimo sia caldo che freddo... il gattò è buono sempre!
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